Scoliosi. Trattamento e prevenzione con la pratica dello yoga.

La scoliosi è una complessa modificazione della colonna vertebrale o, più esattamente, una “deformazione antero posteriore in lordosi generata da un movimento di torsione”. Si forma quando alcune vertebre flettono lateralmente e, allo stesso tempo, ruotano dal lato opposto. L’alterazione morfologica che ne consegue provoca un accorciamento muscolare e una deformazione dei dischi intervertebrali, impossibile da correggere completamente. In altre parole ci troviamo in una situazione di “dismorfismo”, diversa dal “paramorfismo”, cioè l’atteggiamento scoliotico, una situazione molto frequente dove si ha un’alterazione morfologica a livello muscolo-tendineo e l'equilibrio perso è sempre recuperabile con una ginnastica specifica.

La scoliosi idiopatica, o dell'adolescenza, rappresenta il 70-80% di tutte le scoliosi, che tuttavia possono anche essere di natura genetica o derivare da traumi, infezioni, tumori, artrite. Nella colonna scoliotica si individuano diversi tipi di curve: una o due, dette principali, e una o più, dette secondarie. Le curve secondarie hanno la funzione di compensare lo squilibrio vestibolare determinato da quelle primarie, il che è facilmente comprensibile se pensiamo che la testa ha la necessità di trovarsi in asse con il tronco affinché lo sguardo rimanga orizzontale.


scoliosi
fig.1 - Localizzazione delle scoliosi


In base alla loro localizzazione, le scoliosi sono classificate in:
- cervico/dorsali
- dorsali
- dorso/lombari
- lombari


Quando la scoliosi è nella zona lombare, molto spesso la concavità è a destra. Il muscolo Ileo Psoas (già trattato in un articolo precedente) ha un ruolo predominante, perché nell'80% dei casi esso è contratto prevalentemente a destra, causando un piegamento laterale del tratto lombare in quel lato con conseguente concavità destra e convessità a sinistra. Si determina in questo modo una falsa gamba corta a destra e una conseguente falsa gamba lunga a sinistra. Entrambe false, perché se si misurano gli arti risuteranno uguali: la dismetria è data, appunto, dalla contrazione unilaterale destra dell’Ileo Psoas. Con il piano d’appoggio creato dalla dismetria degli arti inferiori, la colonna flette dal lato corto, quello destro, creando una flessione dei corpi vertebrali a destra e una loro rotazione a sinistra.

Se la scoliosi evolve in scoliosi a “doppia s” vi sarà una inversione delle curve nel tratto dorsale per compensazione. In questa situazione si lavora per allungare il muscolo Ileo Psoas e per derotare i corpi vertebrali del tratto dorsale. Ricordo che il tratto lombare per la fisiologia delle sue faccette articolari è preposto alla flessione, ma ruota molto poco (max 3°), mentre il tratto dorsale, grazie al diverso orientamento delle faccette articolari che si pongono su un piano orizzontale, è preposto alla rotazione.

Le scoliosi lombari sono solitamente più facili da trattare, al contrario di quelle dorsali che causano una deformazione della gabbia toracica e, a volte, una ridotta capacità respiratoria. Il lavoro fisioterapico consiste nell’allungare il muscolo Ileo Psoas e nel derotare i corpi vertebrali del tratto dorsale.

Fortunatamente, si può fare molto per aiutare chi è soggetto a scoliosi idiopatica, soprattutto attraverso la pratica dello yoga . Il corpo, infatti, è una struttura che realizza un equilibrio dinamico tra scheletro e muscoli, ovvero una funzione neuro meccanicamente oscillante, per cui la postura statica in realtà non esiste. Questo comporta che ci siano sempre margini di miglioramento, ma anche di peggioramento: è perciò necessario che il soggetto lavori con attenzione e costanza... e l’operatore con sapienza!


vasisthasana
fig.2 - Ashwa sanchalanasana, la posizione equestre.
Tra i suoi molti benefici c'è quello di allungare l’Ileo Psoas.


Esistono molti asana adatti ad allungare lo Psoas, per esempio tutti quelli che garantiscono una flessione all’indietro. L’asana che aiuta maggiormente la rotazione del tratto dorsale è invece Bharadvajasana 1, insistendo sulla rotazione opposta alla concavità: con questo movimento allunghiamo i muscoli dorsali responsabili della torsione, vale a dire il gruppo dei Multifidi (rotatori del torace).


vasisthasana
fig.3 - B.K.S. Iyengar esegue Bharadvajasana 1


Oltre ad allungare i muscoli contratti, quelli della concavità, è anche necessario tonificare i muscoli deboli, quelli della convessità: in questo caso Vasisthasana, in tutte le sue varianti, è senz’altro la posizione più efficace a nostra disposizione.



vasisthasana
fig.4 - Variazioni di Vasisthasana.
Immagini tratte dall'articolo "Serial case reporting yoga for idiopathic and degenerative scoliosis"


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